
L’avviso è rivolto agli studenti regolarmente iscritti all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, a.a. 2024/2025.
1) Sono aperte le candidature per partecipare ai workshop di Nezaket Ekici e Daniela Ortiz, del Performing Festival.
Avranno accesso ai workshop massimo 15 studenti.
PROGRAMMA WORKSHOP
20-22 MAGGIO | DALLE 10:00 ALLE 17:00 | ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI CATANZARO (VIA TRIPOLI)
NEZAKET EKICI
Book Tower
a cura di Dobrila Denegri
Il workshop consiste nella preparazione della performance Book Tower dell’artista e dei dieci studenti che performeranno con lei. Dall’ideazione alla realizzazione di costumi e gli oggetti che saranno utilizzati durante l’azione, l’artista guiderà il gruppo di partecipanti nell’apprendimento delle tecniche di preparazione al lavoro, curandone i minimi dettagli.
Le idee per la performance verranno discusse, analizzate e concretizzate in sessioni plenarie e in piccoli gruppi, per aiutarsi e supportarsi reciprocamente. I partecipanti saranno coinvolti negli esercizi e nel lavoro congiunto. Impareranno come si crea una performance, concentrandosi sul tema “Site Specific Performances – Places/Nature as a Source of Inspiration for Long Duration Performances”. I partecipanti rifletteranno sulle performance site specific, il cui carattere è l’unicità, l’hic et nunc, entrando in relazione con lo spazio fisico e la storia di un luogo, per creare un’esperienza immersiva e dinamica.
Gli studenti apprenderanno i prerequisiti necessari che un artista performativo deve possedere e i metodi per affrontare i limiti fisici e psicologici, poiché le performance site specific di lunga durata esplorano in modo profondo la complessità della resistenza fisica in relazione all’ambiente circostante e all’interazione sociale.
L’obiettivo del workshop sarà quindi la preparazione al corpo di tutti i membri del gruppo, che si esibiranno, unitamente all’artista, per oltre 2 ore.
Sarà anche importante per i giovani performer mettere in atto le pratiche di coinvolgimento delle persone: infatti la comunità sarà invitata a donare i libri che costituiranno la Book Tower.
Nezaket Ekici è un’artista performativa di origini turche, che risiede a Berlino. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Alla Hochschule für Bildende Künste di Braunschweig è stata allieva di Marina Abramović. Ha presentato oltre 300 diverse performance e installazioni in più di 70 Paesi, in quattro Continenti, in oltre 180 città, in musei, gallerie e biennali. Nel 2018 ha ricevuto il Premio d’Arte Paula Modersohn-Becker. Nel 2024 è stata invitata dalla Foundation for Spirituality and the Arts a svolgere una residenza artistica della durata di sei settimane a Charleston, USA.
23-24 MAGGIO | DALLE 10:00 ALLE 17:00 | ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI CATANZARO (VIA TRIPOLI)
DANIELA ORTIZ
Puppets, Prisons and Triangles: How to Create Art and Build Culture in Times of
Anti-Imperialist Resistance di Daniela Ortiz
a cura di Dobrila Denegri
Storicamente la cultura e l’arte sono state un campo di battaglia per le dispute politiche. Militanti e rivoluzionari hanno dedicato il loro lavoro creativo e intellettuale alla creazione di strumenti che potessero contribuire ai movimenti rivoluzionari. Allo stesso tempo il potere coloniale e capitalista ha assorbito, controllato, censurato, perseguitato, precarizzato, cooptato e saccheggiato la cultura dei popoli, l’arte delle comunità, le parole dei poeti, ovvero tutte le strutture che stimolano le coscienze, le idee e le parole nell’affrontare criticamente il potere.
Nel workshop Puppets, Prisons and Triangles: How to Create Art and Build Culture in Times of Anti-Imperialist Resistance, attraverso l’esperienza storica di artisti, poeti e perseguitati, l’artista stimolerà i partecipanti nella pratica del confronto e del pensare collettivo, per riflettere sul ruolo di arte e artisti nella lotta all’approccio aggressivo del colonialismo e del neocapitalismo. Il workshop esplorerà il linguaggio, a partire dalla necessità di costruire una cultura popolare anticoloniale, di costruire una cultura per la resistenza. Contraltare della cultura di potere verticalizzante, sarà il processo di lavoro creativo e materiale proposto dall’artista, che partirà dalla disamina delle strategie per far circolare, diffondere e trasmettere l’arte e la cultura come resilienza, come impegno sociale.
Nella seconda parte del workshop, attraverso esercizi di creatività collettiva saranno realizzati bozzetti progettuali di opere d’arte, quale omaggio ad artisti, poeti, pensatori, imprigionati, torturati, assassinati, perseguitati, a tutti coloro che hanno dedicato la loro vita a smuovere le coscienze e ad aprire le menti.
Daniela Ortiz è un’artista peruviana, la cui arte genera narrazioni visive in cui i concetti di nazionalità, razzializzazione, classe sociale e genere vengono esplorati, per comprendere criticamente le strutture del potere coloniale, patriarcale e capitalista. Ha ricevuto premi e borse di studio, tra cui Barcelona Producció, Grupo Investigación Peninsula del MNCARS. Il suo lavoro è stato esposto a Kunstverein di Wiesbaden, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Palais de Tokyo, EMST Museo nazionale d’arte contemporanea di Atene, Museo Ludwig di Colonia, Arnhem Museum in Olanda, CIVA di Bruxelles.
2) Sono aperte le candidature per partecipare alle performance che si svolgeranno durante il Performing Festival:
24 MAGGIO | ORE 11:00 | ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI CATANZARO (VIA T. CAMPANELLA)
NEZAKET EKICI
BOOK TOWER
a cura di Dobrila Denegri
10 partecipanti
Com’è possibile organizzare e conservare un numero di libri?
Questa domanda muove la performance installativa di Nezaket Ekici, suggestionata dalla visita alla Biblioteca comunale F. de Nobili di Catanzaro, durante il suo primo soggiorno nel capoluogo calabrese.
La struttura della biblioteca ha ispirato il lavoro dell’artista, che si è tradotta nell’idea di realizzare una torre di libri nello spazio pubblico, affinché possa essere resa visibile a tutti. L’azione, che coinvolge la facciata dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, vede protagonista Ekici su un elevatore e che indossa un lungo costume bianco, decorato con testi tratti da libri, frammenti di frasi e frammenti di parole. L’artista diventa così “un libro aperto”. La coadiuvano altri performer che come sculture viventi assumono varie posizioni, ognuno con un libro.
La performance Book Tower vuole riflettere sui concetti di conoscenza, istruzione e cultura. L’obiettivo non è quello di creare una torre d’avorio in cui la conoscenza e la saggezza siano rinchiuse, bensì un luogo pubblico e aperto, giacché il contenuto dei libri emerge, decantato dall’artista. Le parole dei libri diventano udibili a tutti. La performance rende visibili le fasi di lavoro delle persone nelle biblioteche, restituendo il processo di circolazione dei libri: dalla conservazione al prestito, dalla biblioteca all’esterno e ritorno. È un ciclo perpetuo in cui l’individuo può accumulare sempre più conoscenza e consapevolezza. Nella performance, Ekici trasforma il processo lavorativo in visione estetica, attraverso un chiaro linguaggio visivo, che pone al centro l’essere umano che legge e ricerca.
Nezaket Ekici è un’artista performativa di origini turche, che risiede a Berlino. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Alla Hochschule für Bildende Künste di Braunschweig è stata allieva di Marina Abramović. Ha presentato oltre 300 diverse performance e installazioni in più di 70 Paesi, in quattro Continenti, in oltre 180 città, in musei, gallerie e biennali. Nel 2018 ha ricevuto il Premio d’Arte Paula Modersohn-Becker. Nel 2024 è stata invitata dalla Foundation for Spirituality and the Arts a svolgere una residenza artistica della durata di sei settimane a Charleston, USA.
28 MAGGIO | DALLE 11:00 ALLE 18:30 | VILLA MARGHERITA
LEONARDO PANIZZA
AUTOeMOTIVE
a cura di Simona Gavioli
2 partecipanti
La performance vuole essere un riflessione sul cambiamento climatico, sulla narrazione mediatica e sull’emotività distorta rispetto agli oggetti
Leonardo Panizza sviluppa un interesse per l’antropologia visuale. Spende alcuni mesi di ricerca in Madagascar partecipando con il materiale visivo raccolto in mostre collettive fotografiche e contribuendo alla realizzazione di un documentario con l’Istituto di Ricerca e Formazione nelle Scienze Sociali di Padova. Si avvicina alla narrazione scritta e multimediale. Partecipa al Talent Short Film Market di IDM Bolzano e ad un corso sul cinema documentario con Cecilia Bozza Wolf. Partecipa a diverse masterclass con Julie Reiss sull’importanza e sul ruolo dell’arte nella narrazione dell’antropocene con l’intervento di Timothy Morton.
28 MAGGIO | ORE 19:30 | VILLA MARGHERITA
GIULIO BOCCARDI
INVOCAZIONE DELLE ACQUE PERDUTE
a cura di Simona Gavioli
20 partecipanti
La città di Catanzaro, come molte altre aree soprattutto del sud Italia, sta affrontando una crescente emergenza di siccità, frutto di una combinazione di fattori legati alla crisi climatica, allo spreco idrico e alle inefficienze delle reti di distribuzione dell’acqua. Il cambiamento climatico ha portato a un aumento delle temperature medie e a una sostanziale modifica delle precipitazioni.
“Invocazione delle acqua perdute” è un’opera che mette in dialogo performance e videoarte: l’installazione audiovisiva inserita nel contesto di Villa Margherita permette di aprire un canale simbolico con l’ambiente naturale, mostrando all’osservatore il problema della siccità, sia da un punto di vista ambientale, visibile grazie ai luoghi dove si vedrà il performer recitare il mantra, e sia da un punto di vista di ricadute sull’essere umano: vedere un uomo ripetere “ho sete” è una diretta testimonianza di quanto questa siccità sia pericolosa anche per noi. La visione di questa installazione audiovisiva, che permette la presa di coscienza di queste criticità climatiche, è il punto da cui parte la performance, un’azione simbolica collettiva che apre a varie letture e simbolismi.
Giulio Boccardi è un artista visivo e performativo. Sviluppa un approccio multidisciplinare, tra fotografia, fotocollage, installazione, Land Art, performance e video art. Impegnato in una riflessione sulla natura, ne indaga il portato metafisico e spirituale, interrogandosi sul rapporto tra questa e l’essere umano. Studioso di filosofia e mistica, la sua ricerca sui saperi orientali e sulla meditazione è stata stimolata da contatti con scuole induiste e praticanti buddisti. Vive e lavora in stretto contatto con l’ambiente montano, da cui trae fondamentale ispirazione.
30 MAGGIO | ORE 17:30 | CHIOSTRO DI PALAZZO G. ROSSI
LUANA PERILLI
ALCINA. SOCIAL GROOMING
a cura di Valeria Pica e Simona Caramia
10 partecipanti
Mi è sempre interessato come alcuni elementi riescano a risalire ad una più vasta memoria collettiva, come alcuni fatti minimi e anche privati vadano poi a innescare relazioni con le scienze, la politica, la socialità e l’immaginario delle masse.
Luana Perilli
La performance mette in luce l’attività condivise tra donne, in un’ottica di trasmissione orale dei saperi. L’interazione tra l’intimità e il patrimonio narrativo della comunità femminile porta a un visibile “intreccio di cure”, tra memoria personale e reciprocità condivise.
Per definizione il social grooming è un comportamento collettivo tipico di diverse specie di animali, tra cui l’essere umano. Tale atteggiamento consiste nel pulirsi il corpo – o piuttosto prendersi cura – a vicenda. Gli studi più recenti di biologia evoluzionista dimostrano che simili azioni non fanno riferimento al grado di parentela tra esemplari della stessa specie, ma sono oggetto di gratuità reciproca ed autentica; servono per mantenere l’igiene e per rafforzare i legami sociali, stabilendo così alleanze tra gli individui.
Nell’azione performativa di Luana Perilli, il social grooming diventa un rituale che alimenta e ispessisce le relazioni interpersonali, che attenua i conflitti, che genera un benessere psico-fisico, rappresentando una igiene mentale condivisa. L’esito è una performance che pone al centro del task performativo lo scambio di esperienze personali, di retaggi culturali, che alimenta la memoria e si fonda sullo scambio di narrazioni.
Luana Perilli è docente all’Accademia di Belle Arti di Roma e a St John’s University; è stata docente presso la Cornell University. La sua ricerca indaga la relazione tra uomo e collettività, tra narrazione, scienza, memoria ed esperienza diretta delle collettività naturali e umane. Ha esposto in musei e gallerie, tra i principali luoghi espositivi: Auditorium spazio Arte, Roma; MACRO Museo d’Arte Contemporanea, Roma; Museo las Condes, Santiago del Cile, RCH; Co.As.it/Museo Italiano, Melbourne, AU; Museo Internazionale della Ceramica, Faenza; PAV, Torino; Museum Biedermann, Donaueschingen, DE; Palazzo della Permanente, Milano; MAMM Multimedia Art Museum of Moscow, RU.
3) Sono aperte le candidature per la visita gratuita, su prenotazione dell’opera Dear Leila di Basel Zaraa (9 maggio) e dell’opera Not to scale di Ant Hampton.
9-11 MAGGIO | DALLE 10:00 ALLE 21:00 | GALLERIE DEL C.M. DEL SAN GIOVANNI
BASEL ZARAA
DEAR LAILA
a cura di Settimio Pisano
Cara Laila, ora hai cinque anni e hai iniziato a chiedermi dove sono cresciuto e perché non possiamo andare lì. Questo è il mio tentativo di darti una risposta.
Basel Zaraa
Basel Zaraa è nato nel campo profughi palestinese di Yarmouk, a Damasco, nel 1985. Quella è stata la sua casa d’infanzia, nonostante le sue radici appartengano tuttora al Paese che i suoi nonni hanno dovuto abbandonare nel 1948. Una casa che ha perduto, distrutta come molte altre. Così, quando sua figlia Laila ha cominciato a domandargli dove fosse cresciuto, non potendo mostrarle un luogo ormai in rovina, ha deciso che avrebbe provato a portare quel luogo a lei. Ne ha ricordato i dettagli – i cubi di cemento grigio, i pali
della luce, le antenne, le bandiere palestinesi – per costruirne un modello in miniatura: un’installazione interattiva che ricrea una tipica casa del campo profughi, riportandola in vita attraverso il tatto, la voce, testi, fotografie e oggetti. Lo spettatore è invitato ad esplorarla, a toccarla, ad ascoltarne l’eco e a raccogliere le tracce della famiglia che l’ha abitata. Dear Laila racconta l’esperienza di esilio e di lotta vissuta dai rifugiati palestinesi attraverso una storia familiare. Tra ricordi e dettagli tattili, condivide il modo in cui la guerra è vissuta dalle persone in uno spazio quotidiano, domestico e pubblico. Un’esperienza unica e immersiva, mai didascalica o ideologica ma di grande impatto emotivo.
Basel Zaraa è un artista palestinese residente nel Regno Unito, il cui lavoro usa i sensi per avvicinare il pubblico alle esperienze dell’esilio e della guerra, e che crea arte per affrontare, esprimere e comprendere il trauma che la sua comunità vive. I suoi lavori sono stati esposti in oltre 50 sedi e festival in cinque continenti. Dear Laila ha ricevuto lo ZKB Audience Award 2023.
27-29 MAGGIO | DALLE 10:00 ALLE 13:00 E DALLE 16:00 ALLE 19:00 | MUSEO MARCA
NOT TO SCALE
ANT HAMPTON & TIM ETCHELLS
a cura di Settimio Pisano
Una performance di autoteatro che conduce i partecipanti attraverso esperimenti condivisi e
processi intrecciati di disegno, cancellatura e ascolto. Guidati da una colonna sonora binaurale, i partecipanti, usando la matita su fogli bianchi, creano un viaggio condiviso. Rudimentali scarabocchi prendono presto vita in un racconto illustrato comico e spiazzante, che gioca costantemente con la tensione tra creazione e distruzione, vita e morte, energia ed entropia. Le cose – storie, immagini e idee – appaiono e scompaiono continuamente sulla pagina, luogo che inizia a dispiegarsi in un carnevale di possibilità a bassa fedeltà; una carneficina di cancellature, disegni sovrapposti e tracce di paesaggi.
Ant Hampton ha prodotto opere teatrali, installazioni, interventi performativi e di scrittura. Il suo lavoro gioca con una tensione tra liveness e automazione, attraverso performance estemporanee “guidate” definite come Autoteatro. Ha lavorato con Tim Etchells, Christophe Meierhans, Britt Hatzius, Gert-Jan Stam, Glen Neath, Joji Koyama e Sam Britton: esistono oltre 80 versioni in lingue diverse delle varie produzioni di Autoteatro create finora. È stato capo drammaturgo per “Projected Scenarios” alla Manifesta7 Biennial for Contemporary Art. Ha creato e condotto workshop in tutto il mondo, tra cui “Fantasy Interventions – Writing for Site-Specific Performance”.
creazione Tim Etchells, Ant Hampton sound design ed editing Ant Hampton traduzione e direzione della versione italiana: Maddalena Fiocchi grazie a: Isambard Khroustaliov e Lothar Ohlmeier per la gentile concessione di campioni dal loro album Nowhere produzione: Ana Riscado management: Luz Algranti & Sofia Medici produzione della versione italiana: Triennale Milano Teatro.
Chi vuole partecipare deve inviare la propria candidatura, unitamente ad una lettera motivazionale, entro il 10 maggio alle ore 10.00, all’indirizzo protocollo@abacatanzaro.it, indicando l’attività per cui intende applicare.
Es. : Io sottoscritt* Mari* Rossi, (matricola, anno e indirizzo a cui si è iscritt*) intendo candidarmi al workshop “Book Tower” di Nezaket Ekici.
Gli studenti che fanno parte dello staff di Performing non hanno bisogno di prenotarsi.